ANC Segrate

Associazione Nazionale Carabinieri
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sabato 21 giugno 2014

una ferita ancora aperta


Giovanni Sali
A 18 mesi dalla morte dell'appuntato scelto Giovanni Sali il delitto rimane irrisolto, nei nostri cuori rimane una ferita aperta.
Era il 3 novembre del 2012 quando il carabiniere di quartiere Giovanni Sali, un uomo apprezzato e benvoluto da tutti, perse la vita in quello che a tutt’oggi è un caso senza risposte.  
Un agguato? O che altro?  Sali rimase ucciso nel centro storico da due colpi esplosi dalla sua stessa pistola Beretta di ordinanza.  Gli uomini del
Ris di Parma avevano trascorso diverse ore sul posto nel tentativo di ricostruire la dinamica del delitto. Nel momento dell'aggressione, alle 17:30, nella adiacente chiesa della Maddalena c'era la messa, interrotta per qualche istante proprio per via delle tre detonazioni, sentite nitidamente da tutti. In via Indipendenza, subito dopo i colpi, un cittadino è corso a vedere cos'era accaduto, che non ha visto nessuno. 

il luogo del delitto

Nessuno ha visto qualcuno allontanarsi. Sembra prevalere la pista di una esecuzione operata da «professionisti» e magari «studiata nei minimi particolari». Da non dimenticare la testimonianza del pentito ed ex capocosca crotonese Luigi Bonaventura il quale aveva rivelato che il carabiniere era stato ucciso con uno stile da ‘ndrangheta. "Uccidevamo così anche noi, ha dichiarato. Di sicuro erano almeno in due e professionisti". 
E nel momento dell'aggressione, nella adiacente chiesa della Maddalena, c'era la messa, interrotta per qualche istante proprio per via delle tre detonazioni, sentite nitidamente da tutti. In via Indipendenza, subito dopo i colpi, un cittadino è corso a vedere cos'era accaduto, che non ha visto nessuno. A poche decine di metri dalla piazza antistante la chiesa c'era anche un gazebo dell'Anpi dove si stava svolgendo una castagnata. Nessuno ha visto qualcuno allontanarsi.  - See more at: http://www.nottecriminale.it/lodi-il-mistero-dell-omicidio-di-giovanni-sali-si-infittisce-come-e-scappato-l-assassino-se-nessuno-ha-visto-qualcuno-fuggire.html#sthash.GqzD1RXz.dpuf
E nel momento dell'aggressione, nella adiacente chiesa della Maddalena, c'era la messa, interrotta per qualche istante proprio per via delle tre detonazioni, sentite nitidamente da tutti. In via Indipendenza, subito dopo i colpi, un cittadino è corso a vedere cos'era accaduto, che non ha visto nessuno. A poche decine di metri dalla piazza antistante la chiesa c'era anche un gazebo dell'Anpi dove si stava svolgendo una castagnata. Nessuno ha visto qualcuno allontanarsi.  - See more at: http://www.nottecriminale.it/lodi-il-mistero-dell-omicidio-di-giovanni-sali-si-infittisce-come-e-scappato-l-assassino-se-nessuno-ha-visto-qualcuno-fuggire.html#sthash.GqzD1RXz.dpuf




ANC Segrate era presente ai funerali solenni, assieme a una folta rappresentanza delle ANC di tutta la zona. 


Anche se il fascicolo in procura è aperto, non ci sarebbe nessuna novità. "Purtroppo tutto tace - hanno recentemente dichiarato i famigliari di Sali -, le indagini non sono facili, ma questo silenzio ci ammazza ancora di più".
"Ci stiamo muovendo in tutte le direzioni, anche se in questo momento non ci sono elementi favorevoli alle indagini", ha dichiarato il procuratore Vincenzo Russo, che denuncia anche "una diffusa omertà" tra i possibili testimoni.

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7 dicembre 2012 - Un altro carabiniere morto nel Lodigiano. Una trama che si infittisce di giallo. Pasquale Lo Muscio, 43 anni, sposato e padre di un figlio, è stato trovato morto ieri notte nella caserma di Zelo Buon Persico. Il militare, maresciallo che dirigeva proprio quella caserma, si è tolto la vita con un colpo di pistola. Il comandante si è ucciso mentre era solo in ufficio (niente testimoni) e a ritrovare il corpo sono stati i colleghi che rientravano da un servizio di pattugliamento sul territorio.
L'uomo aveva lavorato a lungo anche a Cavenago d'Adda e aveva avuto modo di collaborare anche con Giovanni Sali, il carabiniere di quartiere ucciso a Lodi poco più di un mese fa e per la cui morte non sono stati ancora trovati né colpevoli né spiegazioni.
Due morti violente di carabinieri in poche settimane. Il giallo si infittisce.

fonte: www.ilgiorno.it


3)  Nella stessa zona, molto strana anche la morte del carabiniere Fabrizio Iezzi.

Luglio 2010. Un pomeriggio afoso, nel quale viene trovato morto, nella sua Alfa 147, il carabiniere Fabrizio Iezzi, 29 anni. Era sotto un cavalcavia dell’autostrada del Sole a poche centinaia di metri dal casello Piacenza Nord, nel Lodigiano, tra Guardamiglio e San Rocco al Porto. Gli agenti della Polstrada, i primi a intervenire, vedono il corpo di Fabrizio riverso sul sedile, la camicia imbrattata di sangue e un buco vicino al cuore. L’uomo impugna la pistola. Ma qualcosa non quadra: un altro colpo è partito dalla pistola d’ordinanza, ma è fuoriuscito dal lunotto posteriore dell’auto. Suicidio od omicidio? Il giallo, da allora, è rimasto tale. L’inchiesta è in mano alla Procura di Lodi. Secondo indiscrezioni, Fabrizio stava indagando su un giro grosso, su gente piena di soldi che voleva acquistare terreni in Brianza pagando contanti migliaia di euro. Pochi mesi prima, gli era stata rubata una ricetrasmittente.
(...)
Ma il vero interrogativo dell'inchiesta è che, inspiegabilmente l'autopsia non è stata eseguita e che non sono state ancora ricostruite quelle due ore di buco che vanno dalle 11 alle 13. Le ultime prima della sua morte. Nel tardo pomeriggio di quel sabato 3 luglio, senza alcuna autorizzazione, (tanto che il fratello ha presentato denuncia) l'armadietto di Iezzi in caserma viene scardinato e i computer personali ispezionati.
Nessuna perizia è stata disposta per capire se qualche dato era stato cancellato.

Secondo la testimonianze di suoi amici, Fabrizio era intenzionato a lasciare la caserma di Milano e trasferirsi a Monza per unirisi al gruppo lavorava per sgominare l’ndrangheta (indagando in particolare sulle speculazioni edilizie in Brianza).
Il sostituto procuratore di Lodi, Paolo Nicola Filippini, titolare dell'inchiesta, oltre al suicidio ipotizza l'istigazione al suicidio. Pochi mesi più tardi il fascicolo sul “suicidio” di Fabrizio Iezzi è stato assegnato dalla Procura di Lodi al pubblico ministero Gianpaolo Melchionna che lo ha ereditato dal collega Paolo Nicola Filippini, trasferito a Milano.

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I soci ANC potrebbero fare qualcosa di più oltre a mostrare le bandiere abbrunate ai funerali ?



21 giugno 2014, papa Francesco: "La 'ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune".
La 'ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune". - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Il-Papa-scomunica-i-mafiosi-ndrangheta-adorazione-del-male-99a51e72-9afe-438f-a5d3-da2390431705.html?refresh_ce#sthash.1zGQCbsp.dpuf


2 commenti:

  1. Anche nel caso del maresciallo di Zelo Buon Persico si parla di narcotraffico e di 'Ndrangheta.

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  2. la magistratura....fa parte del sistema Italia....ki conosceva direttamente uno di questi appartenenti all'arma sà ke non sono suicidi....e la magistratura ke fà????

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